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Dino Mazzini, figlio di Giovanni e Maria Garosi

Asciano - Chi era questo nostro concittadino, scomparso a soli 21 anni?


Dino era il fratello di Primo Mazzini, il babbo di Enzo ed Elsa. Nato nel 1921, da piccolo aveva sempre sognato di fare il carabiniere e appena diciottenne, si arruolò.

 

Così nel 1941 fu inviato il Russia con le truppe italiane, a supporto dei Tedeschi che avevano avviato la "Operazione Barbarossa", decisa da Hitler nell’estate del 1941.

 

Presso ogni grande unità dell'esercito italiano, i carabinieri fornivano una serie di servizi senza impegno diretto in battaglia. 

 

I carabinieri avevano due sezioni motorizzate: una sessantina di militari con autovetture e motocicli, un nucleo postale per la gestione delle scorte e i controlli. Nella seconda metà di dicembre del 1942, sotto il fuoco martellante dei carrarmati russi, gli italiani incominciarono una ritirata dalle sponde del Don a quelle del Donez.

 

Molti loro autocarri furono colpiti e Dino, in compagnia di un commilitone, dovettero ritirarsi a piedi. Dopo grandi difficoltà, incontrate per la neve e il vettovagliamento inadeguato, al passaggio di una camionetta che aveva un solo posto libero, Dino incitò l'amico a salire, dicendogli che l'avrebbe raggiunto approfittando del prossimo veicolo di passaggio.

 

Da quel momento in poi, di Dino non si ebbero più notizie; non sappiamo se fu ucciso, morì per il freddo o fu catturato dai russi e inviato in un campo di concentramento per prigionieri. Quanto descritto, lo dobbiamo al suo commilitone: Noris Calligaris, originario della provincia di Rovigo che, molto tempo dopo, riuscì a rintracciare la famiglia Mazzini.

 

La sua speranza era quella di ritrovare a casa l'amico dal quale aveva dovuto separarsi. Non trovandolo, gli rimase solo il compito di raccontare quanto sapeva di lui e dimostrare il suo legame con Dino, mostrando ai parenti una foto che i due si erano fatti fare insieme.

 

Molti anni dopo, ad Asciano è stato scoperto un cippo in sua memoria. Il significato di questo riconoscimento non è legato ad una particolare azione eroica del carabiniere, ma perché nessuno dimentichi il suo sacrificio a soli 21 anni e quello di altri 100 mila uomini che perirono nella "campagna di Russia". 

 

Un’ operazione di guerra tesa ad aggredire una nazione che poteva ostacolare la sete di potere e di conquista di alcuni personaggi, definitivamente condannati dalla storia, suggerisce che, oltre alla manifestazione di altruismo, manifestato da Dino in un momento di grande difficoltà personale, è quella di domandarsi se mai ci sia stato un motivo legittimo che giustifichi una guerra offensiva. 



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