OMAGGIO A SAN GIOVANNI PAOLO SECONDO

Rapolano Terme in festa in occasione della “memoria Liturgica” di San Giovanni Paolo Secondo, un santo dei nostri tempi che tanti hanno conosciuto, ascoltato e ammirato di persona.

La Chiesa, per la verità, dopo la solenne canonizzazione in piazza San Pietro, il 27 aprile dell’anno scorso, da parte di papa Francesco, ricorda il Santo Pontefice il 22 ottobre, giorno del suo insediamento al timone della Barca di Pietro, ma la cittadina termale, per permettere di partecipare agli appuntamenti in programma ad un numero maggiore di persone, provenienti anche dalle località vicine, ha posposto la festa alla domenica successiva che quest’anno cade il 26 ottobre.

Il calendario approntato dalla Parrocchia, in collaborazione con il Centro Culturale “ La Piana-Giancarlo Battagli” e che richiama il significato della giornata con le stesse parole di Papa Wojtyla pronunciate nell’omelia di inaugurazione del pontificato, “APRITE LE PORTE A CRISTO”, è quanto mai significativo.

Alle ore 11, nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta verrà celebrata la Messa solenne. Poi, alle 15,30, nei locali del “Centro Culturale La Piana”, la parentesi culturale dedicata a “KAROL IL GRANDE: IL PAPA CHE HA CAMBIATO IL MONDO”. Raffaele Luise, scrittore, giornalista e vaticanista del Giornale Radio Rai, parlerà dei punti salienti della dottrina sociale di Giovanni Paolo Secondo, un insegnamento che non si ritrova soltanto nei documenti ufficiali come le Encicliche “Laborem exercens”, “Centesimus Annus” o “Sollecitudo Rei Socialis”, ma anche negli innumerevoli discorsi pronunciati in tutto il mondo durante i viaggi pastorali.

Erano, ad esempio, passati appena sei mesi dalla caduta del Muro di Berlino e il Papa, in Messico, parlando agli imprenditori commentò i cambiamenti avvenuti in Europa. Disse, in sintesi, che, se anche era finito il “socialismo reale”, non per questo aveva vinto il sistema capitalistico. Nel mondo restavano la povertà e le stesse macroscopiche disuguaglianze nella distribuzione delle risorse, conseguenza anche degli effetti provocati da un certo tipo di liberismo senza regole, incurante del bene comune, specialmente nei paesi del cosiddetto “Terzo Mondo” .

In poche parole, come ha scritto l’ attuale Arcivescovo di Cracovia, il cardinale Stanislao Dziwisz, segretario personale di San Giovanni Paolo Secondo fino alla sua morte, “Karol Wojtyla non era uomo di parte. O, per dirla con estrema franchezza, non era uomo né di Mosca ne’ di Washington. Era un uomo di Dio. Sempre aperto a tutti. Era un uomo libero. E non si è mai fatto condizionare da scelte politiche”.

Nel pomeriggio rapolanese Raffaele Luise ( che risponderà anche alle domande e alle curiosità degli intervenuti) partirà proprio da qui per comprendere il senso profondo del profilo “ politico” del Pontificato Wojtyliano. “ Politico”, cioè, per come Giovanni Paolo Secondo ha interpretato e aggiornato la dottrina sociale della Chiesa,” impiegando categorie morali per descrivere i fenomeni socio-economici”.

A seguire sarà proiettato il filmato-testimonianza del Prefetto Enrico Marinelli, per anni responsabile nel territorio italiano della sicurezza del grande Pontefice. Il prefetto, in un libro corredato anche da un DVD, ha ripercorso i tanti episodi( molti anche inediti) che hanno legato il suo lavoro professionale alla figura e allo zelo apostolico di un Pastore e di un Santo del “calibro” di Papa Wojtyla.

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