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Lisetta Luchini e Chiara Riondino in concerto

Asciano - Domenica 23 Agosto, l'ultima delle tre serate di Altraterra in Piazza del Grano


Lisetta è cresciuta a Campi Bisenzio dove ha appreso il piacere di cantare. Canta accompagnandosi con la chitarra da sola o in gruppo con valenti musicisti. Cura gli arrangiamenti e le elaborazioni dei brani che interpreta. Ha ricevuto altri riconoscimenti importanti, fra cui La maschera d’Argento dal Comune di Certaldo.

È fra i fondatori, accanto a illustri storici e ricercatori toscani, del Centro Studi Tradizioni Popolari Toscane dal 1996, per la quale collabora alla rivista Toscana Folk. Ha partecipato a compagnie giovanili teatrali fiorentine che l'hanno arricchita sia artisticamente e che personalmente.

Si è esibita in occasioni di ogni tipo incontrando sempre il consenso del pubblico in Italia e all’estero: teatri, circoli, associazioni, privati, Enti Pubblici e Culturali, in occasione di feste, fiere, raduni, ricorrenze, per la diffusione e la conservazione del canto popolare.

Chiara, con quel suo modo di vivere e cantare da donna assolutamente libera dalle maglie del mercato discografico, si è sempre tenuta alla larga dai riflettori di una facile notorietà, forte della sua unica, pura, sensibilità di musicista. «Mi guardo intorno e metto in musica le mie impressioni - dice -. Le parole prendono forma per dare un senso alle cose della vita e del mondo».

Chiara Riondino, come tutti quelli della sua generazione, è cresciuta alla scuola della canzone popolare e di impegno civile, fin dai tempi del collettivo Victor Jara, insieme a suo fratello David, nella Firenze degli anni Settanta. Chiara è una a cui è sempre piaciuto suonare dal vivo, faccia a faccia con la gente. «La musica è qualcosa che si condivide sempre con gli altri – afferma -. Io, poi, a cantare e suonare da sola mi annoio».

Il suo percorso artistico si snoda tra Case del popolo, teatri e Feste dell’Unità, sempre armata solo di chitarra e voce, capace come pochi di raccontare e cantare con forza e chiarezza, per amore, per gioco e per protesta. Come nel marzo del 2003, quando a conclusione di una manifestazione in piazza Santa Croce salì sul palco incitando un gruppo di bambini a gridare «Letizia Moratti / a casa, a fare i piatti», prima di attaccare con passione e veemenza “La guerra di Piero" di Fabrizio de Andrè, uno degli autori che l’hanno ispirata da sempre.

Un nome con cui continua a misurarsi dal 2001, da quando - insieme a suo fratello David - porta in giro nei teatri di mezza Italia la “Buona Novella”. Lo spettacolo trae ispirazione da una delle più significative opere del maestro genovese, ispirata ai Vangeli apocrifi. La versione proposta dai due fratelli Riondino è riarrangiata per due voci, coro e banda. Per ogni tappa è previsto l’inserimento delle corali e dei complessi bandistici locali. «Un’esperienza entusiasmante - afferma - che mi ha permesso ogni volta di entrare in relazione con nuovi musicisti».

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