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E FECI PUR LO SPACCAPIETRE

Asciano - Poesia di estrema attualità, scritta da Aldo Leonini


E FECI PUR   LO SPACCAPIETRE

Poesia di estrema attualità, scritta da Aldo Leonini

 

1 - Salito in bici il giovin grottolese, * con tanto sole o con la tramontana,

dai cui rigori non c’erano mai difese, si recava alla cava non lontana.

                            Non era certo gente esagitata né, tanto meno, da definire pazza,

quella che trascorreva la giornata, sul travertino a battere la  mazza.

2 - Né era un lavorar di fantasia, come prendere la penna tra le dita,

per comporre questa scarna poesia, o la storia raccontare della vita.

Quivi occorreva voglia ed energia, forza di braccia ed anche intelligenza,

se no nel di casa riprendere la via, nelle tasche non era entrata essenza.

 

3 - Mi riferisco al rarissimo quattrino, che pure io ….ogni giorno anelavo;

ero  un poverello, modesto contadino, che per barcamenare assai penavo.

                       Ad ingegnarmi costretto qua e là, per le tante esigenze soddisfare;

assai gioivo se del baccalà, talor trovavo  al parco desinare.

 

4 - Allorquando, poi, giungeva impellente, in famiglia il bisogno di denaro,

dopo essermi spremuta ben la mente, avrei persino  fatto da somaro.

Quando il gallo mettevasi a cantare,molto spesso, però, non occorreva,

già mi trovavo in strada per andare, là nel campo ove l’aratro mi attendeva.

 

5 - E sotto il sol cocente poi sognavo,l’ombra dell’olmo per refrigerarmi,

ma qual dolore infine io provavo, non aver Santo a cui raccomandarmi!

  Biancheggiar vedevo lungi il travertino, e sentivo le sirene, poi, suonare,

io speravo che il benevolo destino,mi potesse tale via facilitare.

 

6 - Ma altra considerazione  pur facevo,quando stanco tornavo dal lavoro,

e spesso con gli amici lo dicevo: perché vedere offeso il mio decoro?

È bello restar lì a sonnecchiare, tra le lenzuola fino mezzogiorno,

alzarsi quando è l’ora di pranzare, e sfruttare chi lavora a te d’intorno.

 

7 - Ecco! Adesso io lo dico perbenino, senza avere per costor nessun rancore,

è altra cosa esser lì sul travertino, e dar di mazza finché regge il cuore.

  E quando il sole scalda la tua fronte, e addosso cola ovunque del sudore,

costoro se ne vanno verso il monte, o a chiappe nude se ne stanno al mare.

 

8 - Ma invece il “poverello” e contadino, la cui faccia dal patir diviene tetra,

se  vuole rimediar qualche soldino, gli tocca andare a far lo “spaccapietra”.

  I dì che ancor novizio, tra gli affanni, si arrabatta, per riuscire a far qualcosa,

c’è quello che sorride dei tuoi danni, della tua mano gonfia e dolorosa.

 

                       Era il destino del giovin contadino,di quella cara terra  grottolese

recarsi a tribolar su ….al travertino. Ma col suo ingegno sempre si difese.

 

                      * Grottoli ( Asciano) La mia contrada.

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                          DA  “Le mie  Scarne Rime ”

Ivana non aveva  latte  nelle  mammelle

e quello  artificiale  Nestogen dovevamo  pagarlo, per  questo andavo a

spaccar le  pietre, per  rimediare l’occorrente per il bambino.

 

                                                           Aldo  Leonini



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