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1944, 28 Giugno - Salta in aria Porta Massini, minata dai Tedeschi in ritirata Asciano

1944, 28 Giugno - Salta in aria Porta Massini, minata dai Tedeschi in ritirata

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DESCRIPTIVE INFORMATION

Le lapidi, spesso, non riescono a raccontare il significato e il motivo per il quale sono state apposte.



È sicuramente così per quella della foto, collocata sul palazzo della Banca, davanti alla statua di Sant'Agata a Porta Massini.



In occasione della scomparsa di Norma Papini, vale la pena spiegarne il significato e la storia umana che ci sta dietro.



Norma era uno dei tre figli di Piero Papini, al quale è dedicata la lapide.



Piero, nato ad Asciano il 10 settembre 1905 da una coppia di artigiani: il padre orologiaio e la madre tessitrice e commerciante di stoffe. I due condividevano un locale nell'attuale Corso Matteotti.



Cresciuto in paese senza la possibilità di proseguire gli studi a livello superiore, Piero intraprese l'attività di scarpellino presso le vicine cave di travertino, divenendo in breve un bravo professionista, capace di realizzare manufatti di pregio e sculture in travertino.



Nel periodo fascista, venne perseguitato come anti fascista attivo e, nel passaggio del fronte, aderì al raggruppamento partigiano locale, diventando famoso per il suo gesto eroico che portò a limitare i danni nella zona a sud del nostro paese.



Il Papini, in accordo con altri due partigiani: Orazio Trapassi e Guido Lorenzoni, studiò un sistema per evitare o limitare i danni delle mine piazzate sotto Porta Massini e lungo tutte le mura fino allo stadio.



Piero Papini, dopo l'accensione delle micce per far esplodere le mine e con ancora presenti i soldati tedeschi, partì in bicicletta armato di un vanghino per barbabietole ben affilato e nascosto dentro una balla, per cercare di tranciare le micce collegate alle mine, prima che esplodessero.



Purtroppo il tentativo non ebbe il risultato sperato, perchè vennero tranciate di netto solo una parte di micce. Fu così che Porta Massini saltò in aria, ma non altrettanto le mura e la Collegiata.



Se la nostra millenaria pieve romanica e altri edifici circostanti sono ancora in piedi, lo dobbiamo al coraggio di un uomo che, rischiando di essere mitragliato dai tedeschi, credette suo dovere intervenire a difesa del nostro paese e della sua comunità.



Le sue due figlie, vissute nel ricordo del padre, hanno voluto dedicargli un libro che racconta la storia di Asciano di quel brutto periodo.



Il libro è intitolato: NEL CUORE DELLE CRETE SENESI, spaccato di vita del XX secolo in Asciano. Editrice Il Leccio.



Chi fosse interessato a procurarselo, può chiedere a Laila Giannetti di Gis & Grafica, alla pianella.