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Un mondo sorprendente, dove pochi pensano al futuro dell’umanità intera

Asciano - Riflessioni sintetiche sull'oggi e il futuro


Oggi 24 Settembre, vigilia delle elezioni politiche che dovranno scegliere chi sarà a guidare l’Italia, praticamente tutti i politici di destra e di sinistra, non riescono a guardare oltre “la punta del loro naso”.

 

Eppure la realtà attuale avrebbe bisogno di costruire un mondo nuovo dove guerre e grandi diseguaglianze dovrebbero essere bandite, dove:
il rapporto fra uomo e natura dovrebbe essere posto al primo posto, 
il modello di vita degli umani non rischi di farli scomparire dalla faccia della terra in pochi decenni.

 

In compenso tutti si affannano, ancora una volta nella storia, a evitare di risolvere i molti problemi reali, dandone la colpa agli avversari politici.

 

Si preferisce accattivarsi il consenso delle persone, parlando di caro energia e di soldi facili per tutti, a prescindere dal contributo alla collettività ed al merito che ognuno esprime. Significativo, a questo proposito il detto: “uno vale uno”. 

 

Insomma, molti credono che l’Italia possa diventare il “Paese dei balocchi” dove le monete d’oro crescono sugli alberi e tutti possono raccoglierne a volontà. Vorrei però far presente che a fronte dei tanti gatti e volpi che circolano nel nostro paese, non vedo all’orizzonte una fatina azzurra che dovrebbe salvare i tanti Pinocchio da loro raggirati. A meno che non si faccia affidamento su una piccola fatina dagli occhi grandi a cui piace il colore nero.

 

Per fortuna a ridare una qualche speranza di futuro, stanno arrivando nuove generazioni di giovani che non cercano il paese dei balocchi, ma si accontentano e intendono lavorare per perseguire un mondo sostenibile e pacificato. È a questo che Papa Francesco prova a dare voce e sostegno nell’immediato futuro, dimostrando di essere oggi l’unico e vero leader mondiale che pensa globale.

 

Ma c’è di più, nel suo intervento di oggi ad Assisi, circondato da un migliaio di giovani arrivati da tutti i continenti, ha con semplicità tracciato il percorso di una via rivoluzionaria imperniata su un economia al servizio di tutti, che superi i grandi squilibri economici e sociali che oggi esistono.


Sintetizzando le sue parole: mettere al centro dell’economia l’uomo e il suo benessere, in sostituzione dei profitti individuali grandi e piccoli, finalizzati al dominio dell’uomo sull’uomo.

 

Ma i nostri politici, passati e futuri, cosa pensano di questa visione rivoluzionaria, tesa a garantire un futuro per il genere umano attraverso una nuova “Economia giusta e sostenibile”?

 

È forse troppo chiedere ai nostri politici, abbondantemente remunerati e pieni di privilegi, di abbandonare le beghe interne ai loro partiti e gli interessi particolari dei loro “clienti”, per intraprendere una stagione di confronto, tesa a disegnare il mondo che verrà: mondo che dovrà tener conto dei limiti fisici della Terra, costruendo con gradualità ma in tempi brevi, un mondo al servizio dell’uomo e un uomo nuovo compatibile con il resto del creato.

 

Insomma, dopo un brutto periodo di medioevo moderno basato su individualismo e consumismo scriteriato, arrivi un “nuovo Rinascimento” che faccia germogliare il bello e il sostenibile” facendo prevalere il benessere collettivo e la collaborazione a tutti i livelli. 
 



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